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liberoquotidiano.it I taxi in sosta per ore nei piazzali e negli stalli preferenziali. Di clienti sui sedili posteriori se ne vedono gran pochi.È la fotografia di una Milano svuotata ancora una volta dal Covid. Al centralino arrivano poche chiamate, i turisti che si spostano da una parte all’altra della città sulle auto bianche sono quasi azzerati, così come gli uomini d’affari che prediligono lo smartworking e le call alle vecchie riunioni di lavoro in presenza. Se i ristoranti coprono pochi coperti e i fatturati dei negozi sonoin picchiata,anche la categoria dei tassisti non se la sta passando molto bene. Dopo l’ultimo quadrimestre del 2021, segnato da una ripresa economica, le prime due settimane di gennaio hanno registrato un calo del 50 per cento delle chiamate per i taxi rispetto a dicembre.

«Questo si traduce in un calo del 50 per cento anche dei fatturati», spiega Davide Pinoli, responsabile clientela dello 028585. «Il 2019 era statounanno d’oro.Dopol’Expo, infatti, abbiamo assistito a una crescita di turismo e di flussi sulla città. Fino al picco che abbiamo raggiunto l’annoprecedente al Covid. Col 2020, invece, abbiamo subito un crollo disastroso, arrivando anche a registrare meno 80 per cento di chiamate», racconta. E poi finalmente a settembre la ripresa sperata. «A settembre abbiamo ricominciato a lavorare bene, con un numero di chiamate pari al 2015. Ma a gennaio c’è stato di nuovo il crollo. Non siamo ancora ai livelli del lockdown del 2020,mala situazione è simile: le chiamate si sono dimezzate», aggiunge Pinoli. Le auto bianche sono la cartina di tornasole della città, paralizzata dalla crisi. «Quando non c’è lavoro, non c’è giro, lo si capisce guardando i taxi. Se sono fermi, in coda, vuol dire che qualcosanonva.Quandoi clienti fanno fatica a trovarne uno libero, invece, vuol dire che l’economia sta girando». La categoria è in crisi dunque, ma sul fronte degli aiuti all’orizzonte si vede gran poco. «Dal Comune c’è stata data solounaconfezione dimascherine, anche ai divisori in plexiglass abbiamo dovuto provvedere da soli, così come alla sanificazione dei mezzi. Sostegni economici non sono arrivati», spiega Pinoli.

Ma anche il poco lavoro rimasto sarebbe diventato sempre più complicato a causa dell’escalation di aggressioni e furti che sta colpendo il capoluogo lombardo. A tirarne le fila è Alessandro Casotto, presidente dello 028585 e di IN TAXI. «Una città svuotata e ferma è anche una città più insicura. Lo dimostrano gli ultimi episodi, come il capodanno in piazza Duomo. Anche i tassisti si trovano sempre più in difficoltà a lavorare in queste condizioni di insicurezza. La violenza a Milano èaumentata notevolmente e noi che lavoriamo di notte lo tocchiamo con le nostre mani», spiega. Tra conducenti che non vengono pagati o che vengono rapinati, gli episodi sono sempre più frequenti.

«Lavorare dopo una certa ora sta diventando un problema. Ci sono situazioni difficili da gestire, il disagio è alto e si lavora in modo poco sereno», aggiunge il presidente dello 028585. Prospettive? «Noi speriamo che la situazione migliori, grazie alle vaccinazioni, e che si esca da questa crisi. Nella categoria vedo molta determinazione a stringere i denti e a tirare avanti. L’ultima cattiva notizia è lo slittamento del Salone del Mobile che avrebbe potuto portare più “giro” a Milano», spiega Casotto. Ma tra i tassisti ci sarebbe anche tanta“amarezza”. «Perché siamo una delle categorie che c’è sempre stata, ci siamo messi a disposizione della città nei momenti difficili e non siamo stati in alcun modo aiutati».

Miriam Romano

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